Così alla fine il giorno è arrivato, nel momento giusto, nel modo migliore.
Lo scioglimento di AN è arrivato non solo senza un Congresso, ma addirittura senza nemmeno un dibattito, una discussione, senza colpo ferire, con l’intera classe dirigente del partito con la mente altrove, occupata da un solo, unico pensiero: l’imminente decisione sulle candidature.
Gianfranco Fini conosce bene il suo partito e lo sapeva. La vecchia legge elettorale? Un capolavoro: sbarramento al 4% e niente preferenze. E’ quello che serve. Due piccioni con una fava: i ribelli (Storace e la sua Destra) fuori dal gioco (pensava e sperava), l’intera classe dirigente di An in ginocchio per un seggio.
Così finisce l’avventura di Alleanza Nazionale.
Finisce come era stato preannunciato e poi smentito, voluto e poi negato. Finisce con la “fusione fredda” con Forza Italia, con l’annessione di An nel partito unico, con il tanto desiderato ingresso di Fini nel “Partito Popolare dei Democratici Cristiani Europei”.
Finisce così, in verità un po’ miseramente, il grande progetto e la speranza di quel grande popolo di destra nato a Fiuggi nell’ormai lontano 1995 dallo scioglimento del Movimento Sociale Italiano.
Ma a quel tempo, ricordo, lo scioglimento del M.S.I. e la contemporanea nascita di A.N., avevano almeno il sapore del coraggio e della sfida, di un nuovo impegno per far vincere le nostre idee, avevano il sapore di una scommessa sul futuro. Oggi, invece, tutto questo sa di tristezza, sa di resa e un po’ di fuga e, per quanti consensi possa prendere il neonato “Popolo della Libertà”, sa di volta faccia.
Non c’è niente da fare: per chi ha lottato, per chi ci ha creduto, per chi ci è stato, tutto questo sa solo di sconfitta.
Sarà questo un nuovo partito di centro, come dice Berlusconi che lo ha fondato? O un partito di centro-destra come invece dice Fini che vi ha aderito? E’ una discussione che, sinceramente, a noi de La Destra non appassiona e non interessa.
L’etichetta non ha alcuna importanza. In questa operazione è evidente che è ben altro ciò che conta: non certo la passione, non la speranza, non la forza delle idee, ma la forza del potere, l’arroganza, la pretesa di condurre a forza tutti gli italiani a non avere alternative per il loro futuro, a dover scegliere per sempre tra due sole opzioni dove, a ben vedere, non vi sono differenze di sostanza, solo una questione di sfumature, quasi una presa in giro.
Berlusconi o Veltroni? Politica estera identica. Politica interna: meno tasse o più pensioni? Tutto qui? E sarebbe questa la risposta a un’Italia in profonda crisi e in decadenza? Sarebbe questa la risposta all’esigenza di futuro dei nostri giovani devastati e lasciati soli nel precariato, sulla loro terra circondati da stranieri, affogati nella crisi del mercato, nell’assenza di valori? Meno tasse o più pensioni? E’ questa la risposta in coro di Fini e Berlusconi, Franceschini e Veltroni?
La nostra scelta, dunque, la scelta de La Destra, è un’altra. E non è solo una questione di “identità” ma, soprattutto, è una questione di libertà.
La nostra scelta è una differente proposta, radicata nella tradizione culturale, politica e sociale della Destra italiana.
La nostra scelta è un’altra, e si fonda sulla convinzione profonda che l’Italia si possa ricostruire solo attorno a scelte valoriali, sociali ed economiche precise, coerenti, efficaci e coraggiose che sono il nostro patrimonio irrinunciabile. Scelte indispensabili, oggi più che mai, per cercare di raddrizzare la rotta di questo Paese, per restituire l’Italia agli italiani e, dunque, ridare fiducia ai nostri figli nel domani.
In questa prospettiva è quindi evidente che il 13 Aprile ogni altro voto diverso da La Destra (un voto dato ai partiti del centro o alla sinistra non importa) non solo si rivelerà presto inutile a risollevare questo nostro Paese smarrito nel solito teatrino della politica, inutile a restituirgli speranza ma, soprattutto, per i tanti uomini e donne che in An ci avevano creduto, sarebbe veramente un’opportunità sprecata, un’occasione persa per dare finalmente più forza in Italia ai programmi, alle idee e ai valori de La Destra.
Paolo Scaravelli
Portavoce per il Veneto de La Destra