giovedì 27 dicembre 2007

10 gennaio 2008 - MESTRE - riunione

Simpatizzanti ed iscritti a LA DESTRA di Francesco Storace sono invitati alla riunione che si terrà presso la sede del Centro Studi Patria e Tradizione in Mestre - P.le Giustiniani, giovedì 10 gennaio 2008, alle ore 20.30.

O.d.g.:
- relazione informativa sull'attività del Movimento
- programmazione attività in provincia di Venezia
- varie ed eventuali

Presiede la riunione il Portavoce provinciale di Venezia, Fabrizio Taranto
Info: 041/975749

lunedì 24 dicembre 2007


BUON NATALE A TUTTI !!!!!!!

mercoledì 19 dicembre 2007

22 dicembre 2007 - conferenza stampa LA DESTRA MIRANO

Sabato 22 dicembre 2007, alle ore 18.00, presso la Pasticceria Le Clan di MIRANO (VE), via Barche 30, si terrà la conferenza stampa per presentare il nuovo Comitato Comunale de LA DESTRA di Mirano.

Interverranno:

Fabrizio TARANTO, Portavoce Provinciale di Venezia de LA DESTRA

Marino VESCOVO, Portavoce Comunale di Mirano de LA DESTRA

martedì 11 dicembre 2007

Morion , Rivolta , s.a.l.e.....e il Comune sta a guardare...complice !



Il Centro Sociale Morion, nasce nel 1989 quando un gruppuscolo di disobbedienti ,non saprei come definirli occupa uno stabile,a S.Francesco della vigna a Venezia da li inizia un'occupazione fatta di concerti schiamazzi notturni di ritrovo di sbandati e personaggi che non curanti della comunita' che vi risiede si comporta in modo incivile,non rispettando la quiete serale e la tranquillita' della popolazione residente.
A nulla sono valse le lamentele e le petizioni delle persone residenti e le varie interrogazioni comunali dell' opposizione di centro-destra .
Sono passati circa 18 anni e il C.S.O. Morion e' li' con il beneplacito delle giunte Cacciari - Costa - Cacciari .

Ora si presenta come una struttura fantasma,un guscio multicolore vuoto e non utilizzata dato che gli stessi occupanti si sono recati in uno spazio totalmente ristrutturato a spese del contribuente,di proprieta’ comunale e tra l’altro gia’ assegnati ad una importante istituzione cittadina,ovvero i magazzini del Sale.
Vi sono entrati con la complicita' dell'attuale giunta di sinistra e sbeffeggiando le istituzioni e tutti i cittadini, che quegli spazi hanno pagato con il loro lavoro e che per avere spazi analoghi dovrebbero pagare moltissimi quattrini, come dire " cornuti e mazziati ".

La vicenda non è ancora del tutto conclusa ma a veder come sono andate le cose in altre faccende analoghe ( il Rivolta a Marghera )rimarranno sicuramente per molti anni... magari sovvenzionati dal comune stesso per mezzo di delibere ad hoc ed eseguite senza farle conoscere preventivamente al Consiglio Comunale.

Voglio ricordare che La giunta di sinistra del nostro comune,alla stregua del Giano bifronte, da un lato assicura i cittadini con una politica per la sicurezza,(il progetto ARGOS) e dall’altra incita all’occupazione degli stabili ( Cacciari ai no global: «Giusto occupare…» corriere della sera del -lunedì 03 dicembre 2007 ).
Bell' esempio !!!

I cittadini che operano all’esterno dei Centri Sociali per poter svolgere attività di pubblico spettacolo e somministrare alimenti e bevande, necessitano di una serie incredibile e quasi infinita di permessi e adempimenti onerosi, a questi figli "degeneri della sinistra" tutto è invece permesso....senza limiti e senza permessi....a scopo di lucro.

E’ evidente che i Centri sociali ( RIVOLTA, MORION, S.A.L.E.) sono concorrenti sleali nei confronti di attività legalmente autorizzate, senza rischio di impresa, in uno spazio di pubblica proprietà, il tutto incassando migliaia di euro eludendo completamente il fisco.

E’ ora di finirla, il cittadino onesto e’ stufo di vedere questi groppuscoli di prepotenti ,che tutelati dalle autorita’ comunali e pretendendo di fare cultura ( la loro) ignorano le regole di convivenza civile e sputano sulle leggi e sullo stato!!!

( A.D. - LA DESTRA sez. VENEZIA )

STORACE A TREVISO IL 16 DICEMBRE 2007

giovedì 6 dicembre 2007

IL TRAM DI MESTRE : UNO SPRECO SENZA SENSO


Il tram a Mestre sarà pronto nel 2009 (almeno sulla carta).
I cantieri aperti in città portano per ora disagi e proteste ,ma i benefici saranno maggiori ?
Decisamente si secondo il parere dell'assessore ai lavori pubblici del nostro comune, decisamente no secondo noi de LA DESTRA.
Non vedo il nesso tra il prendere il tram tutti i giorni e l'esserne soddisfatti. Tutti contenti e felici ? Ma perche'?
Voglio ricordare che anche a Padova esiste lo stesso progetto ,ma ahimè gia' in funzione.
Gino De Pauli, il Presidente del Comitato Cittadini Vittime Metrobus/tram di Padova aggiorna regolarmene la carneficina ora giunta a 223 feriti tra cui 4 grandi invalidi
Andando su Youtube e digitando "rotaia killer" vi appariranno 17 filmati che vi spiegheranno a cosa andremo incontro in un futuro oramai prossimo.
Praticamente non appena la " Monarotaia " verra' posata sara' li' in agguato 365 giorni all' anno con sole vento pioggia ghiaccio etc.etc. ad attendere che qualcuno......... ciclista , motociclista o pedone......ci passi sopra, sia giovane che anziano.
Si dovra’ aprire anche a Mestre un comitato COMITATO VITTIME METROBUS ???
Purtroppo tutto sembra un film gia' visto, ciò che è accaduto a Padova accadrà inesorabilmente anche a Mestre??
Visitate il blog www.rotaiakiller.splinder.com per avere maggiori informazioni e per rendervi conto di cio' che accade e accadra'.
Perche’ progetti assurdi vengono tranquillamente realizzati senza che la cittadinanza venga realmente informata e resa partecipe sul reale utilizzo, e la pericolosita’ di quest’ultimi??
A Venezia come a Mestre il Comune si continua con la distruzione( per il comune la trasformazione )gettando fumo negli occhi alla gente onesta che vi abita e lavora.
( A.D. - LA DESTRA sez. VENEZIA )

domenica 2 dicembre 2007

Ponte di Calatrava : La telenovela continua

Incomincia con questo articolo la segnalazione delle opere e delle azioni condotte dall'Amministrazione Cacciari nel Comune di Venezia....giusto perchè le cose non cadano mai in dimenticatoio.
( A.C. )


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Stiamo assistendo ad una vera e propria telenovela intitolata "Il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia ."
La ditta Cignoni - (societa' vincitrice dell'appalto) - ha chiesto un'ulteriore proroga di più o meno cinque mesi. Slitta così l'inaugurazione, prevista entro fine anno. La notizia è stata data durante la seduta della commissione consiliare che sta indagando sui ritardi e sulla lievitazione dei costi della struttura dell'architetto Santiago Calatrava ..... Questa volta pare che il problema sia legato ai materiali che andranno collocati sulla schiena di acciaio. e usati sia per i gradini che per i parapetti. Dopo il collaudo, effettuato nei giorni scorsi e il cui risultato è stato positivo, l'artigianalità dell'opera continua a creare difficoltà. Il ponte, infatti, è costruito a mano pezzo per pezzo. Un'opera di carpenteria davvero unica al mondo.....almeno secondo il parere di quei personaggi che continuano a crederci,
Vorrei ricordare che Tre anni dopo la posa della prima pietra, il Ponte di Rialto tirato su con argani e carriole, cesti e carrucole, era finito.....
La vicenda, ha un iter lungo ormai dieci anni.tra progetti e posa in opera.
«Mi sarebbe piaciuto chiudere entro la fine dell'anno ma non è possibile anche per ragioni oggettive - afferma l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz - le prove in bianco hanno protratto i tempi, così come le particolari modalità del collaudo».
...nel frattempo i costi di costruzione lievitano ,arrivando (per ora)quasi a quota 14 milioni di euro..non male per un ponte ,che per la maggior parte della popolazione veneziana e' considerato inutile.....
( A.D. - LA DESTRA sez. VENEZIA )

sabato 24 novembre 2007

mercoledì 21 novembre 2007

29 NOVEMBRE 2007 - MESTRE - RIUNIONE

Simpatizzanti ed iscritti a LA DESTRA di Francesco Storace sono invitati alla riunione che si terrà presso la sede del Centro Studi Patria e Tradizione in Mestre - P.le Giustiniani, giovedì 29 novembre 2007, alle ore 20.30.

O.d.g.:

- nuove realtà in provincia di Venezia e sviluppo del Movimento

- programmazione attività locale

- varie ed eventuali

Presiede la riunione il Portavoce provinciale di Venezia, Fabrizio Taranto

Info: 331\5062547

Gioventù Italiana: Ciavardini è Innocente


Non bastano eroi e martiri a caratterizzare un movimento giovanile, non bastano neppure vessilli e bandiere a dare colore ad una formazione movimentista. Se noi oggi gettiamo le basi di Gioventù Italiana, lo dobbiamo fare nella convinzione che questa nuova casa ideale sia l’occasione per ribadire che noi degli anni di piombo, di quegli anni di violenze e di soprusi, ne siamo stati vittime e non carnefici.Anche se in tanti avrebbero voluto isolarci e ghettizzarci, dipingendoci come i primi fautori di uno stato di cose, dobbiamo trovare il coraggio di raccontare la nostra storia, una storia da troppi anni vissuta ma mai spiegata.Oggi marciamo per le strade al fianco dei più deboli, oggi scriviamo sui giornali e riusciamo ad imporci nello scenario politico nazionale , ma mai dobbiamo dimenticare che questa nostra presenza è stata pagata a duro prezzo da molti che ci hanno rimesso la vita e da altrettanti che ci hanno rimesso la libertà.Come Luigi Ciavardini , accusato ingiustamente di una strage non compiuta , accusato a prescindere , accusato a tavolino da chi ha voluto etichettare la strage come fascista , senza indagini ne mezzi termini .Luigi insieme a Valerio e Francesca sono divenuti i capri espiatori di una strage compiuta da una regia occulta che costruì in Italia una “strategia della tensione” tesa a destabilizzare lo Stato e a distrarre i cittadini da un governo e un sistema antipopolare che non aveva più consensi per rimanere in vita.Per troppi anni, la destra è stata usata come lo specchietto per le allodole, in grado di porre il giudizio popolare lontano dai partiti politici, gli stessi partiti politici che qualche anno dopo affondarono negli scandali di tangentopoli.Chiediamo giustizia , per dare un volto di dignità a questo paese a cui poco importa delle vittime innocenti , per le persone morte in quella strage e per chi la propria gioventù l’ha passata in carcere ingiustamente .Chiediamo che vengano riaperti i fascicoli di un tempo e che si aprano altre indagini tese a stabilire se ci sia stata oppure no un’interferenza occulta nelle indagini di allora.Chiediamo che sia fatta luce e verità sulla pagina più buia della storia della Repubblica Italiana.Ciavardini è InnocenteVerità per la Strage di Bologna .
Responsabile organizzativo Gioventù Italiana

Luca Lorenzi

martedì 20 novembre 2007

ROMA 10 - 11 NOVEMBRE 2007 FINISCE LA NOTTE DELLA DESTRA ITALIANA

Ciò che attendevamo da tempo è accaduto.
Quello che negli ultimi anni tantissimi militanti della Destra auspicavano si è realizzato a Roma, e significativamente al Palazzo dei Congressi dell'Eur, il 10 e 11 novembre.
Per quanto tempo ci si era detti: "dovrà nascere qualcosa di nuovo a Destra, qualcosa che sappia interpretare i Valori di un impegno politico che è stato e deve tornare ad essere unico e speciale nella vita politica italiana".
Così è stato. Grazie a Francesco Storace, grazie a Teodoro Buontempo, grazie ai fondatori de "La Destra" (mai nome di forza politica fu così esplicito, immediato, caratterizzante), grazie a tutti i "Costituenti" che si sono ritrovati a Roma in una due giorni segnata profondamente dai toni e dai contenuti fantastici, dalle emozioni vibranti e profonde, dalla carica di entusiasmo che ha contagiato tutti, nessuno escluso.
La Destra che vogliamo torna prepotentemente sulla scena politica.
La Destra Sociale e Nazionale, la Destra che lotta per difendere la vita e la dignità della persona, dal concepimento alla morte, la Destra che ascolta, interpreta e risponde ai bisogni più veri dei nostri connazionali, contro "la casta" e contro i poteri forti, la Destra che incarna lo spirito di una Comunità Nazionale ardita e coesa e che non si tira indietro davanti all'enorme responsabilità di dare soluzione a problemi profondi di una Patria per troppi anni tradita dalla politica, una Destra autentica e reale che dà tutta se stessa per la Libertà, la Giustizia e la Sicurezza.
Una Destra così rialza la bandiera e la fiaccola cadute di mano a chi non aveva più diritto di portarle innanzi e si pone come reale punto di riferimento per quanti continuano ad amare la Patria e la Libertà, la Vita e l'impegno politico e non si rassegnano a guardare passivamente lo scempio che le forze antinazionali, di tutte le matrici politiche, fanno di questa nostra Nazione e di questa nostra Europa.
Ora quanti si indignano per ciò che vedono quotidianamente accadere intorno a loro, hanno una Casa dove poter costruire un futuro migliore, un'ottima ragione per un impegno politico che veda il miglioramento delle condizioni di vita della Nazione al primo e unico posto.
Ora la notte della Destra Italiana è veramente finita।
Fabrizio Taranto - Portavoce LA DESTRA Venezia

venerdì 16 novembre 2007

La Destra, qualcosa che lascia il segno

Era da Fiuggi –1995- che a destra non capitava qualcosa che lasciasse il segno. Il 10 novembre 2007 finalmente qualcosa di veramente importante è accaduto. L’Assemblea Costituente de la Destra che si è tenuta al palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, è uno di quegli eventi che rimangono scritti nella storia della destra italiana. Lo sanno e lo hanno percepito quelli che c’erano. Lo hanno capito quelli che la nascita de la Destra l’hanno letta sul giornale o vista alla tivù. Chi credeva e/o sperava che l’avvenimento scivolasse via come una delle tante inutili convention, è servito. Non è nato un cespuglio, ma un nuovo soggetto politico con il quale tutti, d’ora in poi, dovranno fare i conti. Un partito che si colloca nel solco della tradizione della destra italiana ed europea e all’interno del centrodestra, come ha dimostrato, al di là di ogni dubbio, la presenza di Berlusconi durante gran parte della giornata inaugurale. L’intervento e le dichiarazioni del leader della coalizione non lasciano spazio ad equivoci: la Destra è parte integrante del centrodestra. Ne discende una prima, immediata, automatica, logica conseguenza: nessun veto potrà essere posto nei confronti del nuovo partito e dei suoi uomini, né al centro né in periferia. La Destra entra nell’alleanza a pieno titolo e con pari dignità. Da ciò ne discende una seconda conseguenza: An, facendo parte della Cdl, è un partito alleato, sullo stesso piano degli altri. Quindi -terza conseguenza- dalla fase delle polemiche, inevitabile nel momento del distacco, si deve passare alla fase della normalizzazione, in cui ognuno fa il suo gioco e svolge il suo ruolo in un clima di sana concorrenza. Come ha detto giustamente Storace . Inevitabilmente la , come l’ha definita Ferrara, oltre a far parlare di sé e a far dormire preoccupati i dirigenti di Fini, andrà a pescare anche nell’elettorato di An. Ma questo non può essere in alcun modo considerato “un atto ostile”. Fa parte della normale logica democratica, specie di quella proporzionalista, ri-abbracciata con il famoso “porcellum”, la legge elettorale in vigore. D’altra parte, come hanno avuto modo di ribadire più volte i suoi massimi esponenti, la Destra si rivolge a tutti gli elettori di destra, che oggi, com’è noto ai più accreditati sondaggisti, dividono i loro voti tra Fi, Lega, An e non-voto. Non solo. Consapevole del fatto che non bisogna mettere limiti alla provvidenza, la Destra non trascura di rivolgersi agli elettori del centrosinistra. Soprattutto a quelli “incazzati”.
Paolo Danieli portavoce Verona

L'anello del potere ha trasformato Gianfranco Fini in Gollum

Il Signore degli Anelli dovrebbe aver insegnato qualcosa a Gianfranco Fini. Ma a quanto vedo, ammesso che lo abbia letto, lo ha interpretato male. Sì è impersonificato nel personaggio sbagliato non capendo la morale di fondo che Tolkien voleva trasmettere, cioè che il bene trionfa sempre sul male. Ma tant’è. Ognuno sceglie come riferimento chi gli è più congeniale. Fini, evidentemente ha scelto, molto tempo fa, la figura di Gollum, l’hobbit dalle due facce. Così non sorprende che in questi ultimi mesi il leader di Alleanza Nazionale abbia cambiato idea in continuazione su referendum e conquista della leaderschip del centrodestra.Il 2 aprile scorso Gianfranco Fini, non più leader della destra italiana, in merito alla legge elettorale affermava che c'era "pieno accordo e piena sintonia partendo dalla proposta Calderoli. Ci siamo trovati d'accordo nel dire che l'unica cosa che non possiamo permettere al governo è quella di perdere tempo". Il 25 giugno, invece, nel corso di una manifestazione in piazza Duomo a Milano il Presidente di Alleanza Nazionale diceva: "Noi del centro destra commettemmo un errore a cambiare la legge elettorale maggioritaria ora l'unica via è il Referendum...Siamo i primi per numero di firme raccolte", dimenticando che nè Berlusconi, nè Bossi erano favorevoli al referendum.Fini era ormai partito, lancia in resta, nella sua battaglia referendaria che, in realtà non stava andando molto bene. Così, dall'alto della sua maestosità illuminata, negli ultimi 15 giorni utili alla raccolta delle firme riunì a Roma tutti i suoi responsabili nazionali, regionali e provinciali, nonchè gli eletti nei Consigli regionali, alla Camera e al Senato, obbligandoli a raccogliere personalmente non meno di 500 firme a testa. Pena la più orribili delle torture e punizioni che si possano perpetrare su un politico: la non ricandidatura.Le firme ovviamente arrivarono. Non si sa come, ma arrivarono. Una vera e propria sfacchinata. Tutti felici e contenti. Non tanto per aver ottenuto un risultato politico ma per aver salvato il posto. In fondo anche quello è un obiettivo legittimo.Tutti contenti quindi e pronti a partire verso spiagge assolate più o meno corredo da palme esotiche. Insomma il riposo era strameritato. Al ritorno dalle vacanze, tutti abbronzati, gli aennini pensarono di doversi preparare ad una battaglia referendaria in pompa magna. Ma...Super Gianfranco serbava per loro una sorpresa. Un'altra perla di saggezza politica infilata da un leader che nel frattempo si era perso per strada una parte, quella identitaria e sociale, del partito. Una parte importante guidata da Francesco Storace e Teodoro Buontempo. Non certo due figure di secondo piano nel panorama politico nazionale e della destra che, stanchi delle angherie e dei silenzi del Palazzo alle giuste richieste di una base stufa delle derive centriste di An, mentre il buon Fini faceva le sue amate immersioni, si riunivano a Roma per fondare un partito nuovo: La Destra. Subito bollato come un fuoco di paglia, l'ennesimo zero virgola...Immersioni e spiagge assolate a parte giungeva, come sempre, il 4 settembre. Non era un 4 settembre come gli altri e non perchè mancassero i soliti 4 giorni all'infausta data dell'8 settembre che ci costò la coniazione di un nuovo verbo nella grammatica inglese (to badogliate), ma perchè quel giorno da Gemonio, da casa del Senatur, dopo l’incontro tra Berlusconi, Bossi e Fini la Cdl escludeva definitivamente la via referendaria e si diceva sì al mantenimento dell’attuale situazione. "Una eventuale nuova normativa", dichiararono i tre leader di partito, "dovrà uniformarsi a tre punti: bipolarismo, indicazione preventiva di alleanze e del premier e uno sbarramento". Chissà se in cuor loro i militanti di An hanno vissuto quel giorno come l'ennesimo 8 settembre da mandar giù.Oggi il nostro buon alleato, abbandonando l'applomb inglese, infervorato dalla non avvenuta "spallata" al Senato, cerca di sparigliare le carte andando all'assalto di Berlusconi. Rilanciando la carta referendaria (chissà che non si riveli l'aenne-sima figuraccia modello elefantino) e mostrando i muscoli (abbastanza flosci se stiamo ai filmati di Striscia la notizia), sognando la leadership della Cdl.Chi conosce bene Fini sa che tutta questa manfrina che ha armato non ha nulla a che fare con un ideale politico, con uno spirito di partito, esagerando, con il bene degli italiani.Nemmeno per sogno. A Fini, che fin da giovane ha tracciato nella sua mente il suo percorso politico, il partito in sè non interessa. Il suo unico scopo è quello di andare alla conquista di Palazzo Chigi. Da giovane sognava le stanze del Partito che fu di Almirante. Riuscì nel suo intento. Ora, ovviamente, punta più in altro e non ha certo remore se per conquistare l’obiettivo deve contrapporsi, anche ferocemente, a chi lo ha elevato di rango. Fini va all'assalto del Cavaliere così come John Wayne andava all'assalto dei Vietcong in Berretti Verdi. In fondo John Wayne è da sempre il suo mito cinematografico.
C'è comunque un doppio obiettivo nella sua azione, quello di tentare di annullare oltre al Cavaliere anche ciò che è nato a destra di An. Anzi, ciò che si candida a sostituire An: La Destra. Sfumato il sogno di un partito unico dove convogliare i colonnelli che tiene in pugno da anni, dissolto al sole il miraggio del Partito Popolare Europeo, ecco che dal cilindro rispunta la battaglia referendarie e la caccia alla leadership della Cdl.Ma in questa parodia tolkeniana chi è Gandalf e chi Mordor in questo scontro finale? E soprattutto chi è Frodo che avrà il compito di distruggere l'anello del male? Fini, in questo momento non rappresenta certo Gandalf nè tantomeno Mordor. Forse, come ho detto in precedenza, è più assimilabile ad un Gollum che ha assaporato il potere dell'anello e ne è rimasto schiavo. Eppure, nonostante tutto, anche Gianfranco Fini dovrebbe sapere che Gollum, per la bramosia del potere, finì per liquefarsi insieme all'anello.
Stefano Schiavi

martedì 23 ottobre 2007

ASSEMBLEA COSTITUENTE - Roma 10/11 Novembre

L’Assemblea si terrà il 10 ed 11 novembre al Palazzo dei Congressi a Roma in Piazzale Kennedy, 1. Il palazzo sarà visibile in lontananza attraverso le bandiere della Destra che sventoleranno.All’esterno del palazzo saranno adibiti stand con materiale informativo che distribuiranno depliant, volantini e gadget.

SABATO 10

ORE 10.00:
Inizio delle operazioni di accreditamento, presso l’atrio Kennedy , che saranno curate dalle hostess presenti presso i rispettivi desk, che saranno così suddivisi:- per la stampa verrà adibita la parte sinistra dell’atrio perfacilitarne l’accesso alla sala loro riservata,- per gli iscritti la parte centrale suddivisa nei vari desk per letterainiziale del cognome.Al momento dell’accreditamento sarà consegnata la tessera di partecipazione alla Costituente, il distintivo del partito, la bandiera, lo statuto e il documento programmatico della Costituente.Avvenuti gli accreditamenti i partecipanti saranno accolti all’interno del Salone della Cultura.

ORE 15.00:
Apertura dei lavori.
Intervento On.le Teodoro BONTEMPO Presidente de ‘La Destra’Intervento On.le Nello MUSUMECI

ORE 17.10:
Intervento del Presidente On. Silvio BERLUSCONI, preceduto da un breve saluto del sen. Francesco STORACE

ORE 18.00:
Ripresa dei lavori- Il Sen. Francesco STORACE propone all’Assemblea Costituente l’Ufficio di Presidenza.

ORE 18.10:
Primo intervento Alberto ARRIGHI sul documento programmatico.- Secondo intervento Luciano BUONOCORE sullo statuto.A seguire dibattito con interventi programmati dei PORTAVOCE REGIONALI(dieci minuti a testa).

ORE 21.30:CENA


DOMENICA 11

ORE 09.30:
Ripresa dei lavori. Continuazione del dibattito e interventi programmati di On.le Pezzella; Sen. Morselli; On.le Salerno; Sen. Lo Surdo

ORE 12.00 (ma l’orario è solo indicativo, potrebbe slittare al pomeriggio):DIBATTITO

- Al termine del dibattito, intervento conclusivo del Segretario Nazionale de La Destra Sen. Francesco Storace

- Votazione dello Statuto e del Documento della Costituente.


ORGANIZZAZIONE:
SEGRETERIA ORGANIZZATIVADOTT.SSA LUISA REGIMENTIE-mail Studio: studioregimenti@libero.itCELL. 3470093515TEL. 06.8082938 TEL. 06.80662287Tel. sede del Partito La Destra: 06.32652669

PRENOTAZIONI ALBERGHIERE PER OGNI ESIGENZA:393.31381900 oppure 393.2241749 (Sig.na Anna Rita)
Si informa che da ogni albergo convenzionato partirà una navetta che condurrà gli ospiti al Palazzo dei Congressi e che a conclusione lavori saranno ricondotti in albergo con il medesimo mezzo.

sabato 15 settembre 2007

STORACE IN VENETO

PROGRAMMA VENETO 16 SETTEMBRE -Domenica-

Ore 10:00
Treviso Intervista ad Antenna 3 (tv regionale) presso gli studi della tv.Ore
11:30
Vigonza (Pd) Intervista televisiva e filo diretto con gli ascoltatori negli studi di Tele Città
Ore 13:30
Mestre (Ve) Conferenza stampa presso l’ hotel Ambasciatori (Corso del Popolo, 221).
Ore 14:00
Venezia Pranzo con gruppo dirigente veneziano.
Ore 16:00
Vicenza Partecipazione alla Santa Messa, a seguire presentazione della dirigenzavicentina de “La Destra” con la presenza della stampa locale.
Ore 19:30 Roncanova di Gazzo Veronese (Vr) Inaugurazione sede comunale de "La Destra" (gia' di AN) con la presenzadella carta stampata locale.
Ore 20:30
Successivamente presentazione del sito internet regionale "ladestraveneto.it" presso Villa Parolin.
A seguire cena in campagna aperta a tutti.

venerdì 27 luglio 2007

ECCO TUTTI I NOMI DEI FONDATORI

PIEMONTE SALERNO ROBERTO LOMBARDIA ARRIGHI ALBERTO LO SURDO STEFANO BUONOCORE LUCIANO FRULI VENEZIA GIULIA PULEO SALVATORE VENETO DANIELI PAOLO SCARAVELLI PAOLO LIGURIA MAMMI MASSIMILIANO EMILIA ROMAGNA CASOLARI PAOLO TOSCANA MARRI ITALO MARCHE STAFOGGIA WALTER UMBRIA TRACCHEGIANI ALDO LAZIO AFAN DE RIVERA COSTAGUTI COSTANZA BUONASORTE ROBERTO BUONTEMPO TEODORO CACCIOLA BIAGIO LA STARZA GIULIO MESSA VITTORIO PROIETTI LIVIO REGIMENTI LUISA SABBATANI SCHIUMA FABIO SAMBRUNI ANTONELLA STORACE FRANCESCO ABRUZZO CENTORAME VINCENZO CAMPANIA ESPOSITO BRUNO PEZZELLA ANTONIO PUGLIA AGOSTINACCHIO PAOLANTONIO GALLO GIUSEPPE MAGGI ERNESTO CALABRIA LIMIDO GABRIELE BASILICATA MONTELEONE ANTONINO SARDEGNA DI CRISTO MICHELE SICILIA CARRARA ANTONINO GAMBINO CALOGERO MUSUMECI NELLO

FONDATO IL MOVIMENTO POLITICO "LA DESTRA".

Ieri sera, presso la sede di via Sebastiano Conca 6, davanti al notaioCimmino di Roma, e' stato formalmente fondato il movimento politico LaDestra. I 35 Fondatori hanno eletto Francesco Storace segretario nazionalee, su proposta di questi, il presidente Teodoro Buontempo, il segretarioamministrativo Giulio La Starza con il collegio dei revisori dei conti, eil Garante degli Iscritti Luciano Buonocore.Gli incarichi avranno durata fino all'assemblea costituente e congressuale,la cui convocazione sara' decisa nella prima riunione dei fondatori che siterra' martedi' prossimo alle 11 presso la sede del movimento, che avra'all'ordine del giorno l'approvazione del documento programmatorio (relatoreAlberto Arrighi), i primi incarichi organizzativi, la costituzionedell'intergruppo parlamentare per la destra (a partire dai parlamentarieuropei e nazionali che hanno gia' aderito - oltre a Buontempo e Storace,Stefano Lo Surdo, Nello Musumeci, Antonio Pezzella e Roberto Salerno - ecoloro che stanno per aderire), il piano finanziario.Lo statuto del movimento sara' diffuso a tutti gli aderenti e pubblicatosul sito www.storace.it . Entro il 9 settembre dovranno essere recapitatealla posta elettronica del sito tutte le proposte emendative da contenerenello statuto che dovra' essere approvato dall'assemblea costituente econgressuale. Analogamente si procedera' da martedi' con il documentoprogrammatorio.UNO STATUTO INNOVATIVOLo statuto del movimento non ha eguali nella politica italiana. Leinnovazioni sono di grande sostanza.NO AI SIGNORI DELLE TESSERE. L'adesione al movimento e' libera eindividuale. Chiunque vuole aderire lo puo' fare versando la quota in bancao all' ufficio postale e comunque non e' ammessa la possibilita' di farsiiscrivere da terzi. In sostanza l'obiettivo e' consentire la massimatrasparenza contabile e garantire l' effettiva identità del soggetto cheeffettua il versamento.CAMPAGNA 500 PER MILLE. La quota di iscrizione, che sara' determinata dalcomitato politico nazionale, sara' devoluta per meta' al volontariatosociale, come segnale contro l'ingordigia della casta politica.GARANTE DEGLI ISCRITTI. Al posto della commissione di disciplina, che intutti i partiti e' utilizzata contro le minoranze interne, viene istituitala figura del Garante degli iscritti, che dura in carica un anno. E' lafigura che ha piu' potere di qualunque organo del movimento, compresisegretario nazionale e presidente, riguardo all'attuazione dello statuto.In pratica, potra' annullare ogni deliberazione in cui si ravvisi unaviolazione delle regole statutarie. Svolgera' anche ruolo arbitrale, surichiesta delle parti, e comunque l'iscritto - al contrario di quel cheaccade in tutti gli altri partiti - non si vedra' preclusa la possibilita'di ricorrere in sede giurisdizionale in caso di violazione dei suoidiritti.NEL TERRITORIO. I circoli sono promossi - non autorizzati! - dai portavoceregionali che saranno nominati transitoriamente fino all'assembleacostituente e congressuale che determinera' le regole di elezione.NESSUNA SANZIONE. Lo statuto non prevede forme di sanzione per icomportamenti degli iscritti. E' la persona che si determina nella suapermanenza nel Movimento, non e' il Movimento giudice delle persone.Questione diversa riguarda i dirigenti, centrali o periferici che, proprioperche' investiti di cariche rappresentative del Movimento, possono essererimossi dal comitato politico nazionale, ma non sostituiti con altre figuredecise dall'alto. Nel caso di rimozione, e' convocata senza indugiol'assemblea di riferimento per l'elezione del successore.

giovedì 26 luglio 2007

Buontempo lascia An e raggiunge Storace

ROMA (26 luglio) - «Lascio Alleanza nazionale senza rivendicazioni né recriminazioni. Non potrei mai odiare quella che è stata per tanti anni la mia casa». Così Teodoro Buontempo ha annunciato, in una conferenza stampa a Montecitorio, la sua «separazione sofferta» dal partito di Fini e l'ingresso nel nuovo movimento fondato da Francesco Storace, "La Destra". «Sono stanco di stare in un partito - ha detto - in cui ormai i dirigenti riescono a mantenere la stessa posizione per pochi mesi al massimo. Ho sofferto tantissimo nell'ultimo periodo e una serie di circostanze mi porta a credere che si stia progettando la chiusura definitiva di Alleanza nazionale, senza che nessuno abbia il coraggio di ammetterlo».«An - ha detto Buontempo - ha sequestrato l'elettorato di centro destra. Per cinque anni non abbiamo fatto un congresso nazionale e dopo tutto questo tempo, con tutto quello che bolle nel pentolone della politica, il partito è stato lasciato alla deriva di congressi provinciali e regionali, senza che ci fosse un punto di riferimento. E, da questi congressi, non sono neppure usciti i delegati per l'eventuale congresso nazionale. Mi è stato impedito di controllare i tesseramenti e di guardare le ricevute di pagamento degli iscritti. Tutto questo mi porta a credere che si voglia chiudere il partito».«Quello che mi dispiace - ha sottolineato Buontempo - è che Fini avrebbe potuto andare al centro già da molto tempo, senza offendere la nostra storia e la nostra dignità, liberando innanzi tutto, il simbolo della Fiamma Tricolore. Fini ha chiuso il partito in una gabbia, impedendogli di prendere treni importanti come quello dell'immigrazione, appannaggio ormai della Lega, come quello della certezza della pena, di cui si occupa l'Italia dei Valori, o ancora come quello dell'anticomunismo, che ormai è un'esclusiva di Berlusconi».

ilmessaggero.it

domenica 15 luglio 2007

ARRIGHI LASCIA AN E PASSA CON STORACE

Alberto Arrighi, della direzione nazionale di An, ha rassegnato le proprie dimissioni da iscritto ad Alleanza Nazionale e da tutti gli incarichi interni con la lettera allegata indirizzata al proprio Presidente di Circolo, Alfredo Stella.
A renderlo noto e' lo stesso Arrighi, in una nota.
Arrighi, 39 anni, lecchese, gia' deputato nella scorsa legislatura e fino al 2004 Coordinatore nazionale dell'Associazione culturale di Area (Destra sociale), ha aderito ufficialmente al Movimento ''La Destra'' di Francesco Storace.
Arrighi, che giovanissimo ha ricoperto la carica di presidente provinciale di An a Lecco, e' stato inoltre il vicepresidente nazionale di Azione Giovani dal 1996 al 2001, il responsabile dell'Ufficio per le politiche di tutela del consumatore in seno alla Direzione nazionale di An dal 2002 al 2006, ed era fino ad oggi membro della segreteria generale dei Congressi di Alleanza Nazionale.

giovedì 5 luglio 2007

PAOLO SCARAVELLI SEGUE LA DESTRA

Lettera aperta agli iscritti ad Alleanza Nazionale

“Se ritorno con la mente alle ragioni profonde che, molti anni fa, mi hanno portato ad aderire alla destra politica, in Alleanza Nazionale non ne ritrovo oggi che il ricordo.
E’ il ricordo di battaglie politiche ed ideali che, pur nel trascorrere degli anni e nel mutare dei tempi, hanno tracciato sin qui il nostro cammino, un cammino percorso insieme a tanti di Voi, a quella autentica Comunità politica che è il popolo della destra, di quella destra che ha sempre posto, anche a costo di grandi sacrifici, valori semplici e profondi come linee guida della propria azione.
Non parlo di programmi, di formule, di alleanze, di convergenze ed equazioni, di sofisticati giochi di potere, parlo di onestà, di onore e di lealtà, parlo di coerenza, di coraggio, di Patria e di giustizia sociale; parlo insomma di quelle cose che hanno fatto grande la destra e di cui non si parla più da troppo tempo in quella che avrebbe voluto essere e, per molti anni ho sperato davvero che fosse, la grande destra di tutti gli italiani schierati sulla frontiera ideale della Rinascita nazionale.
La destra di cui in molti abbiamo il ricordo, si dirà, era la destra neofascista, quella un po’ contraddittoria e confusa, perennemente in bilico tra modernità e nostalgia, quella esiliata ai confini della storia e nel ghetto della vita, quella della testimonianza e di un orgoglio perennemente inattuale.
Può essere.
Ma quella era anche la destra dei Valori e del rigore morale.
Ed è bene oggi ricordarlo, perché a Fiuggi è proprio il neofascismo che avevamo giustamente deciso di abbandonare, non certo quei Valori, non certo il rigore morale.
Per troppo tempo la principale preoccupazione della classe dirigente di AN, ad ogni livello, è stata quella della c.d. legittimazione democratica, e lo è stata a tal punto da divenire per tutto il partito una vera e propria ossessione che, specie negli ultimi anni, ha espulso nei fatti ogni accenno a qualsiasi riferimento storico o culturale che potesse, anche solo per un attimo, rischiare di conferire alla destra italiana una identità, una identità capace di esigere da chiunque, in qualunque posizione si trovasse ad agire per il partito, al governo o all’opposizione, serietà e coerenza.
La necessità di rimuovere ogni diffidenza, in sostanza, ha da prima indotto la sua dirigenza ad una rimozione forzata del proprio passato (vissuto inspiegabilmente dai più, salvo rarissime eccezioni, con imbarazzo se non addirittura con un vero e proprio senso di colpa) e ora la sta svuotando progressivamente, lentamente, ma inesorabilmente, di tutto ciò che la caratterizza, di tutto ciò che la identifica, la distingue; insomma, la sta svuotando di ogni differenza.
Specie negli ultimi anni in AN si è fatto così, di errori e conquiste, tutto un gran fagotto da gettare frettolosamente alle ortiche, tanto è vero che oggi tanti nostri dirigenti sembrano emergere letteralmente dal nulla e, dunque, non vi è poi da stupirsi se parlano senza dire niente, espressioni emblematiche del vuoto della nostra epoca.
Ma nonostante tutto questo, nonostante le abiure e i cambiamenti, permanendo comunque, in certi ambienti (quelli che contano per davvero) una certa diffidenza, da qui a breve, ci verrà dunque richiesto di compiere il passo definitivo: rinunciare ufficialmente ad essere destra.
Così, di fatto, per poter ancora aspirare a posizioni di governo, AN sarà chiamata a gran voce dalla sua stessa classe dirigente a rinunciare a tutto ciò che la caratterizza, in definitiva, a rinunciare a sé stessa.
Le idee, dopo tutto, come Voi tutti ben sapete, sono già state progressivamente, giorno dopo giorno, sostituite dai programmi, i volantini dalle delibere, i militanti dalle tessere, i Valori e le speranze dai contributi, dai finanziamenti e le raccomandazioni.
So di non dire nulla di nuovo, questa è la politica pragmatica, realista, finalmente matura e concreta di Alleanza Nazionale.
Ma, giunti a questo punto, mi chiedo: si può ancora chiedere ad un giovane di militare in un partito (se ‘militare’ è ancora un termine consentito in un ambiente politico dove deve dominare sempre e comunque un linguaggio moderato) in cui la sua classe dirigente passa la maggior parte del proprio tempo sul lettino dello psicanalista?
Ma, giunti a questo punto, mi chiedo: si può anche solo pensare per un giorno di rimanere in un partito che quotidianamente trova la propria legittimazione non più nel modello di società che propone o nei Valori di cui è portatore ma ormai solo (o principalmente) nella possibilità per i suoi esponenti di partecipare a Consigli di Amministrazione di Enti o Società di ogni genere, a Giunte o a candidature per incarichi di ogni tipo e di ogni livello?
Si può condividere il proprio destino con persone a cui ormai, nella maggior parte dei casi, non interessa assolutamente più nulla dare un futuro alle proprie idee ma esattamente il contrario, cioè professare solo quelle idee che si ritiene possano avere un futuro e aiutino quindi a far carriera?
Si può in tutto questo giocarsi quotidianamente la faccia, camminare a testa alta, guardarsi ancora allo specchio?
Certo, si può.
Ma l’importante è avere chiaro tutto questo.
L’importante è che in fondo ciò che interessi veramente sia proprio partecipare a questa disfatta travestita da festa, partecipare alla politica efficiente e matura delle clientele, alla politica pragmatica della gestione del potere, la politica della concretezza, dei conti da pagare, la politica del salumiere e del suo garzone, che a volte si traveste da parlamentare, a volte da assessore, ma è sempre lì, con in mano la lista della spesa da recapitare.
Ma non è proprio questa la politica che per decenni la destra ha avversato e combattuto?
Ma non è questa la politica che quotidianamente calpesta i cittadini con la sua arroganza?
Ma non è questa la politica che genera in ogni persona onesta disprezzo e disgusto per la politica stessa?
Ma non è questa quella politica che, vantandosi di essere capace di generare privilegi e fortune per gli amici, alla fine produce anche sofferenza, ingiustizia profonda per gli indifesi, per i non protetti, per i non garantiti?
Ma non era proprio per protestare contro questo sistema che da ragazzi scendevamo in piazza?
Non era per protestare contro queste cose che denunciavamo per il nostro Paese l’urgenza di una politica nuova che avremmo dovuto realizzare da destra?
Come lo si può dimenticare?
Allora no, se si è coerenti con la storia della destra, non si può.
Non è questo infatti che abbiamo deciso a Fiuggi, non è questo il progetto che avevamo inteso realizzare aderendo e costruendo Alleanza Nazionale.
A Fiuggi, vorrei ricordare, abbiamo lasciato la “casa del Padre” per costruircene una nuova, più funzionale e luminosa, una grande casa dove potessero trovare spazio ed accoglienza i tanti che ci chiedevano di entrare, che chiedevano di condividere il nostro arredamento e le nostre bandiere.
Oggi ci viene chiesta una cosa ben diversa.
Ci viene chiesto di trasferirci tutti buoni e zitti in casa d’altri cercando, tra l’altro, di entrare pulendoci l’anima e i piedi senza far rumore, senza disturbare.
C’è una bella differenza tra la modernizzazione della destra e il voltafaccia.
Nel momento, dunque, in cui sono giunto alla sofferta ma serena decisione di ritenere ormai conclusa la mia esperienza in un Partito politico che, nel mio piccolo, nella mia Verona, ho comunque contribuito a fondare, un partito a cui ho dato molto e dal quale ben di più ho ricevuto, voglio solo qui ricordare quanto già scrissi molti anni fa ad alcuni amici quando, in altri tempi, in una Italia devastata dalla partitocrazia e dalla corruzione, decidemmo di abbandonare l’esperienza del Movimento Sociale Italiano per dare vita a qualcosa di nuovo di cui allora non avevamo ben chiaro neppure il nome, allora scrissi a quegli amici che “….un partito, qualsiasi partito, è solo uno strumento per affermare le proprie idee e nessuno strumento può essere valido in eterno”.
Oggi che, nonostante le apparenze, ritengo sia essenziale per il futuro del nostro Paese tentare con Francesco Storace una strada nuova per dare finalmente corpo e voce alla “rivoluzione conservatrice”, oggi semplicemente credo sia più importante la fedeltà alle cose in cui veramente si crede rispetto alla fedeltà ad un leader, semplicemente credo sia più importante il “patriottismo delle idee” rispetto al “patriottismo di partito” e che, dunque, a maggior ragione, quella mia considerazione di un tempo debba oggi valere anche per Alleanza Nazionale.
Con l’affetto e l’amicizia di sempre”.

Luglio, Estate 2007

Paolo Scaravelli

martedì 3 luglio 2007

Nuovo simbolo per Francesco Storace


Addio AN. Buon giorno "La Destra". "LaDestra" con l'articolo come "La Roma", confesso' qualche giorno fa Francesco Storace. Il simbolo della nuova formazionepolitica e' costituito da un cerchio diviso in due campi da una linea orizzontale bianca sulla quale compare la scritta "LaDESTRA". Blu in alto, tricolore in basso, con una mano che regge la fiaccola che parte dal campo verde ed arriva fino albordo superiore. La fiaccola non e' una novita' assoluta in quanto si tratta del vecchio simbolo del Fronte dellaGioventu', ai tempi del Msi ed oggi di Azione Giovani, organizzazione giovanile di AN. Ma Il simbolo dal Fronte vennepreso dalla Giovane Italia, organizzazione studentesca di Destra vicina al Msi, fondata nel 1954, e poi scioltasi nelFronte della Gioventu' nel 1971. La mano con la fiaccola sono di colore dorato. Il simbolo del movimento compare nel sito web di Francesco Storace.

Storace lascia Alleanza Nazionale

Francesco Storace lascia Alleanza Nazionale. La notizia era già nell'aria, oggi l'ufficialità con la pubblicazione delle dimissioni sul suo sito web. "Le mie dimissioni da Alleanza nazionale - scrive in una nota Storace - le ho inviate ieri sera al presidente del circolo di Alleanza Nazionale della Balduina, Daniele Marin, e le ho comunicate pochi minuti fa al presidente del gruppo al Senato, Altero Matteoli".
"Credo che questa non sia più la mia casa politica - si legge sul sito web dell'ex ministro della Salute - ed è facilmente immaginabile quale possa essere il mio stato d'animo nel prenderne atto. Ma vedo praticamente esaurita la funzione di Alleanza Nazionale nella rappresentanza dei valori della destra, con il suo leader molto impegnato nel tentare a tutti i costi, attraverso attraverso formule che si modificano quotidianamente e incomprensibilmente, nel liberarsi di quello che appare sempre più un fardello ingombrante per i suoi disegni politici".
"Sono umanamente dispiaciuto". Così il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, commenta le dimissioni dal partito di Francesco Storace. Fini, che ha appreso alla Camera la notizia della lettera di dimissioni dal partito dell'ex presidente della Regione Lazio, ha affidato a una breve dichiarazione scritta la sua reazione: "'Trovo le motivazioni politiche addotte da Storace inconsistenti, perché nessuno in Italia pensa che An non sia più un partito di destra. Ovviamente si tratta di capire cosa si intende per valori e programmi di destra'".

sabato 9 giugno 2007

DESTRA/STORACE HA PRONTO IL SIMBOLO.E SANTANCHE' LANCIA ULTIMATUM


Francesco Storace 'archivia' An? Da mesi il senatore fa capire tra le righe che l'ipotesi non è da escludere, reclamando il congresso e non nascondendo un dialogo avviato con settori dell'estrema destra ed ex aennini come Nello Musumeci. E se in via della Scrofa e fra i dirigenti nazionali prevale lo scetticismo, gli uomini vicini a Storace non nascondono quanto già si rincorre su giornali e agenzie di stampa: il senatore sarebbe pronto per il gran salto. Di certo, c'è che è già pronto il simbolo, un cerchio con un tricolore nella parte bassa, con una fiaccola in un pugno nella parte superiore. Non manca neanche il nome: 'Destra', scelta che rappresenterebbe la normale conclusione del percorso avviato con i circoli 'd-Destra'. Quel che non è ancora certo è se la scissione ci sarà davvero, nonostante le voci, e nel caso il suo timing.
Certo, Storace non nasconde i suoi contatti. Ieri mattina al Senato il senatore si è intrattenuto a discutere con Nello Musumeci (un tempo serbatoio di voti del partito di Fini), il senatore Alfredo Mantovano e soprattuto con Daniela Santanché, la vera incognita della partita.Lei non nasconde i propri malumori, lancia affondi ma non si spinge oltre. "Vorrei rimanere in An - ha detto ancora oggi in un'intervista al 'Corriere magazine' - ma se mi rendo conto che 'no way', che non c'è soluzione, deciderò.
I tempi? Diciamo che a Gianfranco do 5 mesi. Nel frattempo studio da capopopolo, da Evita Peròn". La deputata lascia intuire che potrebbe prendere parte al nuovo progetto politico con Storace: "Ieri con lui al Senato? Una discussione interessante, eravamo 4 amici al bar...", scherza, sempre lasciando intendere senza troppo esporsi.
Certo, la strana coppia 'Santanchè-Storace ostenta un grande feeling: "Il simbolo della mia rivoluzione in rosa è Francesco", assicura lei. "Daniela? Un vulcano...", dice ammirato lui.
Qualcuno, fra i 'dissidenti', assicura che novità parlamentari potrebbero agitare An anche nei prossimi due mesi. "Tutto a suo tempo", non si sbilancia Storace.

venerdì 20 aprile 2007

SANTANCHÉ MINACCIATA: SOLIDARIETÀ DA SINISTRA, NELLA CORRENTE MAGGIORITARIA DI AN VINCE IL SILENZIO…

Daniela Santanché ha ricevuto nuove minacce. L'auto comperata meno di un mese fa - una Cadillac Escalade - è stata graffiata a colpi di cacciavite. Il giorno dopo, sotto il tergicristallo, è stato trovato un foglio scritto a mano: l'unica frase pubblicabile è l'invito a tornare nelle fogne. La vita della deputata di Alleanza nazionale, da circa un anno e mezzo a questa parte, è cambiata. Vive sotto scorta dalla pubblicazione del suo libro «La donna negata», condannato dalla radio e dalla televisione iraniane. È stata oggetto di una Fatwa, e da Londra le sono state spedite quattro pagine di minacce scritte in arabo, accompagnate dalla foto di Theo Van Gogh, l'artista olandese barbaramente assassinato da un fanatico.
La solidarietà non è mancata: l'hanno espressa Franco Marini, Fausto Bertinotti e pressoché tutti i ministri del governo Prodi. Se Daniela Santanché fosse di sinistra, sarebbe un'eroina. Di più, un'icona. Il suo partito la sventolerebbe ad ogni manifestazione, le organizzerebbe tre appuntamenti pubblici al giorno, la spingerebbe su televisioni e giornali. Dal centrodestra, e da Alleanza nazionale, nulla. O quasi. E nulla, o quasi, dalle donne della coalizione. Molte delle quali pure si sono spesso giovate del traino mediatico dell'ex pierre di Cuneo. Ma forse, l'imperdonabile è proprio il successo mediatico.


Fonte : CORSERA

AN: STORACE, INACCETTABILE 'CACCIATA' SCHIUMA DA PARTITO

Roma, 20 apr. - ''L'editto libanese con cui Fini ha cacciato Schiuma dal partito e'inaccettabile. Non e' successa la stessa cosa in Lombardia, dove, ad esempio, Silvia Ferretto Clementi in De Corato - consigliere regionale - e' uscita dal Gruppo nel 2003 e non e' mai stata deferita alla Commissione di disciplina, fa parte come Schiuma dell'Assemblea Nazionale, e' stata ricandidata alle regionali del 2005, e ora presiede il gruppo misto in consiglio regionale.Con relativo finanziamento presumo.... Basta collegarsi al sito della regione Lombardia... Dalla guerra a Saddam Hussein a quella a Fabio Schiuma: sembra troppo per qualunque stomaco''.

lunedì 16 aprile 2007

INTERROGAZIONE DI STORACE SU CONDANNA CIAVARDINI PER STRAGE DI BOLOGNA

INTERROGAZIONE – al ministro della giustizia
Per sapere se e’ a conoscenza degli esiti della recente sentenza della Corte di Cassazione in ordine al processo sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, con la quale e’ stata confermata la condanna a 30 anni di reclusione per Luigi Ciavardini, che all’epoca dei fatti aveva appena 17 anni;se e’ a conoscenza che il processo si e’ sviluppato soprattutto grazie alle testimonianze a rate di due pentiti, Izzo e Sparti, il primo dei quali e’ tristemente noto per i numerosi delitti compiuti fino a pochissimo tempo fa, mentre il secondo – a cui fu diagnosticato oltre vent’anni orsono un fulmineo tumore al pancreas, per il quale usci’ dal carcere - e’ scomparso solo poco tempo addietro; se e’ a conoscenza del fatto che Ciavardini fu assolto in primo grado e condannato invece in appello; se e’ a conoscenza del mancato utilizzo, agli atti del processo, dei lavori della commissione Mitrokhin, che portavano a responsabilita’ internazionali per la strage dell’80, grazie alle rogatorie dei giudici francesi, tedeschi e ungheresi, in particolare sulla presenza del gruppo del terrorista Carlos l’1 e 2 agosto di quell’anno nel capoluogo emiliano; se risponde a verita' che il pm di primo grado fu il magistrato Libero Mancuso, oggi assessore nella giunta Cofferati e che il pg in Cassazione e'stato lo stesso Vito D'Ambrosio, gia' presidente per dieci anni della regione Marche; per conoscere quali iniziative intenda intraprendere per un accertamento realmente rigoroso dei fatti avvenuti e sulle reali responsabilita’ per la strage di Bologna, anche per evitare il tradizionale doppiopesismo che punta a privilegiare in questo paese colpevoli eccellenti come Adriano Sofri e a criminalizzare innocenti scomodi come Luigi Ciavardini.

giovedì 12 aprile 2007

Ingiustizia è fatta.

La vicenda giudiziaria relativa alla strage di Bologna si conclude con la conferma definitiva della sentenza di condanna a trent’anni di reclusione a Luigi Ciavardini.
Il mostro di Bologna sarebbe stato un ragazzino di diciassettenne anni, cresciuto nel clima violento degli anni di piombo. Nessuno ci crede sul serio, in realtà, ma lapide e commemorazioni ufficiali possono ritenersi salve. La sentenza di condanna nei confronti dei maggiorenni, Mambro e Fioravanti, trova finalmente l’auspicato cordone sanitario.
Tutto ritorna al suo posto, come da copione, se non fosse che questa farsa durata ventisette anni tradisce un’assenza illustre: la Verità.
Nessuno ha spiegato perché e per conto di chi Ciavardini avrebbe compiuto un "atto di guerra non dichiarato" contro il suo popolo. Nessuno ha mai spiegato per quali ragioni il 2 agosto 1980 la stazione ferroviaria di Bologna è saltata in aria. Nessuno ha mai spiegato cosa è accaduto nei cieli di Ustica il 27 giugno dello stesso anno: ancora oggi le intelligenze del paese discutono civilmente se ad abbattere il DC9 fu una bomba o un missile. Per mesi venne raccontato agli italiani che l’aeroplano era caduto da solo.
Forse nessuno avrà mai il coraggio di spiegare cosa accadde realmente in quella maledetta estate del 1980. E soprattutto nessuno prova un minimo di vergogna per questo.
Ma sarà nostra cura ricordare a questo nessuno, sino all’ultimo dei suoi giorni, che né la ragion di stato né tanto meno quella di partito potranno mai soffocare la voce della coscienza, illudendolo che il fine giustifica i mezzi, anche quelli più meschini. Che la persecuzione di un ex terrorista, anche se non c’entra nulla con la strage di Bologna, non deve turbare il sonno delle persone perbene.
Un innocente rimane innocente, anche se da ragazzino imboccò la strada maledetta della lotta armata. Quel gioco al massacro per il quale i cattivi maestri, gli istigatori, gli strateghi del mediterraneo, l’intera classe politica italiana non hanno mai avuto il pudore di assumersi le responsabilità.
La morte civile di Luigi Ciavardini è l’ultimo verdetto dell’ultimo processo sugli anni di piombo. Si può chiudere finalmente la pagina più buia della storia italiana: le consegne sono state rispettate. La grazia ad Ovidio Bompressi è stata concessa, quella per Adriano Sofri aspetta tranquillamente perché la pena rimane sospesa; ovviamente. Ovviamente, Ciavardini rimane murato vivo nel braccio speciale di Poggio Reale. Ovviamente.
Ovviamente la nostra battaglia per la Verità non termina oggi. Ricomincia proprio adesso e saremo più determinati di prima. E ancora più chiari.
Se abbiamo scelto la linea del silenzio, in questi ultimi mesi, è stato solo per evitare che le continue provocazioni indirizzate nei nostri confronti potessero nuocere a Luigi.
Abbiamo provato, sino all’ultimo, a credere nella Giustizia. Oggi non ci crediamo più e vogliamo spiegare a tutti il perché. Nelle scuole, all’università, nelle piazze delle nostre città.

Siamo pronti.


www.loradellaverita.org

mercoledì 21 marzo 2007

Storace: "In An tendenza ad andarsene. Partito fragile


In Alleanza nazionale è in atto una pericolosa tendenza ad andarsene che si sta sottovalutando.Mentre per le incredibili esternazioni dell'assessore (!) Prosperini ci si limita ad invocarne le dimissioni anzichè adottare provvedimenti chiari ? Per semplici dissensi di carattere politico ne abbiamo pagate le conseguenze dirette sia io che Daniela Santanchè, troppi quadri stanno lasciando il partito. Oggi apprendiamo che se ne va Pierluigi Fioretti, la cui storia nella militanza della destra romana viene incredibilmente dimenticata, mortificata, ignorata regalandolo addirittura all'Italia dei Valori. A Lecce un consigliere regionale, nonostante gli anatemi, da vita ad una lista civica distinta da Alleanza nazionale. A Latina, un altro consigliere regionale, recordman di preferenze, come Fabrizio Cirilli si candida addirittura a sindaco contro quello uscente di An Zaccheo. A Palermo un assessore comunale, Santoro, se ne è andato con Forza Italia.Episodi simili, per quel poco che è dato di conoscere, hanno riguardato in questi mesi realtà marchigiane, piemontesi, liguri, e qui ci fermiamo per carità di patria.Quando verrà il tempo della discussione vera e non artificiale sulla situazione di fragilità di Alleanza nazionale? Quando si capirà che le tessere sono molto, molto meno importanti del valore della persone?

www.storace.it

venerdì 16 marzo 2007

DISGELO STORACE CON MUSSOLINI. E APRE A ROMAGNOLI

Francesco Storace apre al confronto conl'area politica a destra di Alleanza nazionale. Il senatore'dissidente' sceglie la presentazione di un libro sulla destraradicale per lanciare i suoi segnali verso un mondo con il qualesi è scontrato duramente durante le Regionali del 2005. Storace si rivolge ad Alessandra Mussolini, in modo diretto:"Vanno ammainati gli odi reciproci, voglio dirlo ad Alessandra:quanto tempo deve durare 'sta guerra dei cent'anni? Mi sembratutto così ridicolo". E strizza l'occhio anche a Luca Romagnoli,segretario della Fiamma tricolore. Lo fa stimolato dalmoderatore, che gli chiede se lascerà An per unirsi al movimentodell'europarlamentare. "Io e Romagnoli un 'dico di fatto'? Il problema è passare dal'dico al faccio'", scherza il senatore. Poi aggiunge serio: "Selo facciamo io e lui non serve a niente, bisogna costruire larete delle destre, io lo sto facendo stando in An. E' unabattaglia di lunga durata, la si vince se si hanno i soldati, noni mercenari".La scelta di Storace è chiara, parlareall'area degli eredi del Msi. L'occasione si presta allaperfezione, la presentazione del libro di Gerardo Picardo,'Destra radicale', in cui si intervistano i leader dell'area delneofascismo, da Roberto Fiore ad Adriano Tilgher, da AlessandraMussolini a Luca Romagnoli.All'incontro c'è Donna Assunta Almirante, che critica la sterileframmentazione dei partiti di destra. "Tutti questi partitidivisi e non uniti - dice - devono tenere presente che larappresentanza è importante: nel Parlamento italiano non aveterappresentanti, nessuno può dire una parola". Il messaggio èchiaro e risponde il segretario della Fiamma: "C'è unragionamento in corso per mettere insieme certi pezzi di questadestra, per fare un partito, senza rinnegare ma mettendosid'accordo sul progetto politico". Possibilista Storace, che nonchiude la porta al dialogo, parla di una battaglia di "lungoperiodo", critica alcuni atteggiamenti di Fiore e Tilgher, matenta il disgelo con Alessandra Mussolini. D'altra parte, attaccaStorace, Romagnoli è "l'unico segretario che mi parla...". ConFini, aggiunge, "non parlo di politica da tre mesi".All'incontro interviene anche Enzo Cipriano, (casa editriceSettimo Sigillo), che invita le anime dell'estrema destra aparlarsi, "ci si può unire solo se tutti fanno un passo indietro,con umiltà", ma soprattutto a dare "più spazio alla cultura",criticando intellettuali d'area che scelgono, una volta raggiuntoil successo, grandi case editrici penalizzando "le nostre caseeditrici".

sabato 3 marzo 2007

Congresso Provinciale il 3 e 4 marzo 2007

Si terrà nei giorni 3 e 4 marzo 2007 il Congresso Provinciale di An, durante il quale saranno eletti il nuovo Presidente Provinciale per Venezia, i componenti dell'Esecutivo Provinciale e i Delegati per il Congresso Regionale che eleggerà il prossimo Coordinatore Regionale.Infatti Ignazio La Russa a nome della Segreteria Generale dei Congressi ha approvato la proposta inviata dal Presidente Provinciale di Venezia Moreno Teso per lo svolgimento del Congresso.Con una nota inviata a tutti i presidenti di Circolo viene così confermato il seguente calendario dei lavori del Congresso Provinciale per Venezia, che sarà in programma per i giorni 3 e 4 marzo 2007 presso l'Hotel Holiday Inn di Mestre (VE), secondo la seguente scaletta:
sabato 3 marzo: inizio lavori ore 14.00. Chiusura dibattito ore 22.00;
domenica 4 marzo: inizio lavori ore 8.00. Chiusura dibattito ore 11.00;
domenica 4 marzo dalle ore 11 alle ore 15.00 le votazioni, che si svolgeranno, data la peculiare posizione territoriale della Federazione, in quattro seggi: 1) Venezia-Mestre, presso Hotel Holiday Inn, Rotonda Romea, 1 - Marghera (ex Motel Agip); 2) Chioggia, presso Sede Circolo AN di Chioggia, calle Airoldi, 164 - Chioggia; 3) S.Donà, presso Centro Leonardo Da Vinci, Piazza Indipendenza, 45 - San Donà di Piave; 4) Portogruaro, presso Sede Circolo AN di Portogruaro, via Cavour, 35 - Portogruaro.

mercoledì 28 febbraio 2007

PER NON DIMENTICARE






MIKIS MANTAKAS VIVE CON NOI......LOTTA CON NOI !

sabato 17 febbraio 2007

TRE SPUNTI PER UNA DESTRA DI PROGETTO PER IL VENETO


Ospito molto volentieri un intervento del consigliere regionale di AN Raffaele Zanon in cui pone all'attenzione delle questioni fondamentali per il futuro della Destra soprattutto a riguardo della democrazia interna ad AN e alla sua organizzazione.
Non posso non sottolineare come le voci che lamentino un disagio e un malessere interno ad AN si stanno moltiplicando ma che nello stesso tempo ci sono esponenti importanti che hanno fatto la storia del MSI prima e ora di AN che propongono delle soluzioni.....l'oblio delle menti sta terminando ?
A.C.


di Raffaele Zanon

Alla luce del cammino percorso, riteniamo prioritario affrontare in sede di dibattito su tre questioni fondamentali:
1. La democrazia e il confronto interno, sono indispensabili per valorizzare le risorse umane che caratterizzano la nostra comunità, che spesso non vengono neppure considerate dalle rappresentanze esterne. Solo da un serio confronto su progetti può derivare la crescita e la selezione della classe dirigente e si possono evitare sterili discussioni che attardano il partito in polemiche personalistiche inutili e dannose.
Un movimento come il nostro non può sottrarsi al problema della democrazia interna ai Partiti e la destra non può ridursi, come la Margherita, a diventare un partito fatto di tessere false o una semplice lista elettorale. Nel contempo, vorremmo anche non rinunciare al dovere di dire la nostra nei confronti di scelte nazionali che non sempre sono frutto di analisi meditate, che spesso disorientano l’elettorato e che hanno ricadute non sempre benefiche al nostro interno.Vorremmo che Alleanza Nazionale non si allontanasse dai suoi tradizionali valori di riferimento: famiglia, sacro, patria, libertà, sicurezza, rispetto delle regole, onestà, e che al tempo stesso ci fosse un confronto vero su questioni fondamentali: da come giungere alla federazione del centro-destra, all’atteggiamento da tenere nei confronti dell’islam, da come governare l’immigrazione a definire il diritto di cittadinanza, da come difendere l’identità europea rispetto ai colossi americano e cinese a come interpretare la giusta autonomia per il Veneto. Così come la difesa della vita, la destra e il sacro, la destra e i poteri forti, la destra e la democrazia rimangono temi su cui la Destra deve avere un messaggio più chiaro ed univoco.
2. L’autonomia politica e funzionale delle Federazioni, che continuano a risentire di ingerenze nazionali e regionali che spesso contribuiscono ad alimentare fratture che sono servite solo ad indebolire politicamente la nostra realtà.
Qualcuno dimenticando le nostre radici ha sostituito alle correnti un sorta di pensiero “tutto democristiano” basato su logiche di potere, su legami di convenienza, su ricatti opportunistici, o semplicemente su scelte di comodo.Alcune persone, forse per ingenuità, si rifanno a questo o quel candidato non per una scelta ideale o programmatica, ma sulla base di convenienze o promesse riguardanti interessi contingenti e personali.
A nostro avviso, l’individuazione dei nuovi Presidenti Provinciali deve garantire un ricambio rispetto al passato, permettendo la valorizzazione di quelle che, a torto, sono ritenute le seconde file, evitando la scelta su dirigenti che dal Partito hanno avuto già molto, in ruoli amministrativi importanti (Parlamento, Regione, Provincia, Sindaci, Enti vari), e che non darebbero garanzia di impegno assiduo sul fronte organizzativo.
Va posta un regola necessaria anche per la questione delle doppie nomine: ci deve essere trasparenza nell’affidamento degli incarichi che devono essere subordinati all’effettiva preparazione, ad una relazione continua e costante con le Federazioni, e alla contribuzione obbligatoria proporzionale all’indennità di carica. Annullare la stagione dei doppi incarichi – a qualsiasi livello – può rendere possibile la crescita di una nuova classe dirigente in tutte la Province.
3. Organizzazione del partito: riteniamo di dover affrontare in sede di dibattiti congressuali il tema connesso all’organizzazione del partito, basata sulla rappresentanza effettiva della Provincia e sulla partecipazione, capace anche di aprirsi a contributi esterni per favorire il dialogo con i corpi sociali.
Dai congresso dovranno uscire squadre capaci di adottare metodi organizzativi condivisi con ruoli sempre più precisi per i presidenti di circolo, per i coordinatori d’area, per i componenti dei futuri esecutivi e per i futuri Presidenti Provinciali, che avranno l’obbligo di coinvolgere tutte le risorse che sono a disposizione del Partito senza alcuna esclusione.
Si deve evitare, con una buona organizzazione ed una costante informazione, quel distacco tra il vertice e la base, tra la città e la Provincia, che spesso porta ad incomprensioni ed impedisce l’unità d’azione.
Il decentramento dei momenti decisionali ed organizzativi del partito presuppone, di contro, una capacità del centro di coordinare e collegare stabilmente le varie realtà con un’efficace attività di comunicazione interna ed esterna. Per tale esigenza, deve intensificarsi il ricorso all’uso più diffuso delle nuove tecnologie e la relativa creazione di “team” in grado di valorizzare, dirigere e coordinare le attività di tutti i Circoli.
Nell’ambito del coordinamento Provinciale si dovrà dare avvio alla formazione permanente dei quadri dirigenti e degli eletti.L’obiettivo chiaro della classe dirigente sarà quello di riaffermare la centralità del Partito sulle scelte politiche ed amministrative che spesso è mancata per assenza di un vero dibattito e confronto interno.

giovedì 15 febbraio 2007

Marcello Veneziani a Padova

Oggi Giovedi 15 Febbraio 2007 alle ore 21.00 presso la sala polivalente via D.Valeri 17 a Padova ci sarà un incontro con Marcello Veneziani dal titolo " Quale cultura per la destra: Comunitari o liberal ? ".
Durante la serata verrà presentato anche l'ultimo libro di Veneziani "Contro i barbari".
L'incontro è organizzato da Destra Veneta.

mercoledì 14 febbraio 2007

Solidarietà ad Alberto Arrighi

Nello scenario di questi giorni in cui si sono riaffacciate ancora una volta le Brigate Rosse ( l'erba cattiva che non muore mai....purtroppo ), un fatto sconcertante e preoccupante ha visto come protagonista l'amico e camerata Alberto Arrighi.
Infatti come risulta da un verbale della DIGOS della Questura di Lecco e' stata rinvenuta nella buca delle lettere della segreteria dell' on. Alberto Arrighi, figura di primo piano della componente d-destra, una busta priva di qualsivoglia intestazione, mittente e destinatario al cui interno, avvolti in foglio di carta bianca vi erano 2 proiettili inesplosi calibro 38 Special.
A tal proposito è stata presentata una interrogazione parlamentare del sen. Storace in cui si chiede che vengano presi provvedimenti a salvaguardia dell'incolumità di Arrighi.
Doverosa la solidarietà mia e di tutta la destra veneziana...se pensano di fermare chi come Alberto viene da lontano e vuole andare lontano si sono sbagliati ancora una volta.
A.C.

martedì 13 febbraio 2007

Buttafuoco e il destino della Destra

VI INVITO A LEGGERE QUESTO ARTICOLO DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO ANCHE SE NON E' RECENTISSIMO....IL SUO AFFRESCO CAUSTICO E DIRETTO FORSE NON E' DEL TUTTO CONDIVISIBILE.....MA CREDO CHE POSSA FAR SORGERE DELLE RIFLESSIONI SULLA REALTA' DELLA DESTRA .


Povera destra mia, perduta fra i carrieristi

di Pietrangelo Buttafuoco

Adesso Alleanza nazionale si ap­presta a fare una nuova svolta. Francesco Storace ha riunito i suoi, sono «la destra di destra», Gianni Alemanno farà la sua convention sepa­rata nella mezza estate e sarà una sta­gione di convegni. Ci sta lavorando di fino Adolfo Urso, che è tipo da pensa­toio. Ha avuto l’incarico da Gianfranco Fini che, invece, preferisce scacciarli i pensieri. In Sicilia dove la costituzione del governo Cuffaro ha dovuto attende­re gli spasimi di An, il leader quasi non è più benvenuto: ha avuto problemi con Enzo Trantino, celebre penalista, cui aveva garantito il Csm, e con Fabio Fa­tuzzo, cui aveva promesso l’ingresso nel governo di Palazzo d’Orleans a Paler­mo. Ha fatto guerra a Raffaele Stancanelli, il vicepresidente dell’assemblea regionale, fra i campioni di raccolta del consenso, col ri­schio di ripetere un altro abbandono: quello di Nello Mu­sumeci, il presidente della Pro­vincia di Catania stravotato e però costretto a fare la sua scissione nell’arcipelago dell’autonomismo, in alleanza con Raffaele Lombardo. È la crisi dentro quello che fu il più importante deposito elettorale della destra, ma pa­re che dal Veneto a Lampedu­sa la regola fondamentale sia la stessa: cacciare (o far scappare) chiunque pos­sa togliere spazio alla comitiva di diri­genti che con la politica ci campa. Tra credenti e carrieristi, non si è superata quella fase per cui, direbbe il filosofo Fatuzzo, la politica che amministra la realtà dal «è un cretino ma è un amico» deve passare a quella più responsabile del «è un amico, ma è un cretino», af­finché ì consigli d’amministrazione poi non vengano sfasciati dai dilettanti al­lo sbaraglio. E gran sbaraglio di dilet­tantismo è stata An alla prova della re­altà, sebbene il partito abbia attraver­sato una brutta mesata dopo le intercet­tazioni, le vergogne e gli arresti alla ma­lasanità in Lazio, sebbene sia fin trop­po chiaro che se si vota domani come niente An becca un 5 per cento, tanto è sfasciato il partito. Si spera che l’enne­sima svolta di An non corrisponda poi alla caustica battuta di donna Assunta, la vedova di Giorgio Almirante: «An svolta, e che diventa?, Na?». Prima di tutte le svolte ci fu un parti­to che di nome e cognome faceva Mo­vimento sociale. Era quello con la base trapezoidale nel simbolo, ebbene si era quello della bara. Fiamma tricolore con dicitura «Destra nazionale» e poi la si­gla, M.S.I., che sotto sotto significava questo: Mussolini Sei Immortale, ma anche, e si trattava di sottrarre voti alla Democrazia cristiana, Maria Santissima Immacolata. Perfino Padre Pio, in con­fessionale, ai penitenti arrivati a San Giovanni Rotondo che chiedevano il permesso di votare il partito di Almiran­te («Si commette peccato?») risponde­va: «Peccato è non votare l’Msi!». Ci fu dunque questo partito che pure nel dramma di un dopoguerra mai chiu­so raccontò molto più di una nostalgia. Sarebbe stata nostalgia di modernità fra l’altro: l’urbanistica, la scienza di Guglielmo Marconi, l’organizzazione culturale, la letteratura di Luigi Piran­dello, l’Enciclopedia italiana, l’avan­guardia artistica di un pittore tra i mas­simi come Alberto Burri (rinchiuso in un campo di concentramento Usa nel Texas), oppure quell’Iri dove si sareb­be fatto le ossa Romano Prodi. Fu il partito della giustizia al servizio dello Stato. Fu, infatti, il partito di Paolo Bor­sellino e di un altro fascistone dell’an­timafia, ovvero Mauro De Mauro, il cronista del quotidiano L’Ora cancel­lato in un pilone di cemento armato. Alleanza nazionale ha buttato via tut­to questo mondo e cancellato tutta l’effervescenza di un dibattito splendido al punto di ritrovare nel comitato editoria­le del Borghese (e dopo, nel Giornale di Indro Montanelli) protagonisti come Ernst Jünger, Eugene Ionesco, Vintila Horia, Mircea Eliade in cambio di un Domenico Fisichella troppo ingrato per restare anche in tempi di magra, per meritarsi infine la benedizione dada di Maurizio Gasparri sull’Indipendente: «Ho preso 200 mila voti alle europee, sono schede dove hanno dovuto scrive­re il mio cognome. Quanti libri avrà mai venduto Fisichella?». Più di Fisichella hanno venduto i “Fa­scisti immaginari” di Luciano Lanna e Fi­lippo Rossi e i “Cuori neri” di Luca Telese, il cui blog, a dispetto di An dove non si discute, ma ci si scazza, è un agone a disposizione delle discussioni. Ma sarebbe perfino scontato aprire una questione sulla miseria culturale, An ormai al tramonto è puro trash. Alemanno, il più chic tra i dirigenti di An, comunque candidato sindaco di Roma fino a ieri, per umiltà di bottega ha dovuto sopportare i tassisti (non le quadrate legioni, ma i tassisti?) che lo celebravano al grido di «Du-ce, du-ce, du-ce!» come in una scena di “Caterina va in città”, o come nello spasso di “Vo­gliamo i colonnelli”. La caricatura: dal­le inique sanzioni alle licenze taxi. Tan­to valeva restare Msi. Fatta tara dell’antifascismo obbliga­torio, religione civile dell’Italia demo­cratica, fatta tara dell’inutilità politica (per quel che è valsa poi, l’utilità di An), la fiamma fu il marchio di uno sti­le familiare agli italiani pur educati a stare alla larga dalla destra. Un mar­chio perfino ammirato, se Andrea Ca­milleri, in, un romanzo, affida al «missino del paese» un ruolo nobile quan­do invece nella Rai di stato, in tempi di recente guerra antiberlusconiana, in una celebre puntata del “Medico in fa­miglia”, l’orrido pedofilo stanato da Nonno Libero (lettore dell’“Unità”) è ov­viamente un lettore del “Giornale”. II MsI non fu mai al potere e dunque non ebbe modo di sporcare le sue puli­te mani, così si dice per riflesso condi­zionato, ma se non fu mai al governo fu però espressione di tutta un’umani­tà radicata nel territorio. I suoi militan­ti (gli aderenti, si sarebbe detto) come minimo non erano succubi dell’egemo­nia culturale della sinistra. Erano i let­tori di Indro Montanelli e di Giovanni­no Guareschi, avevano i libri di Giu­seppe Berto, gli album di Leo Longa­nesi e nel 1958, a Genova, quando do­po 12 anni d’internamento negli Usa tornò Ezra Pound, il sommo poeta sa­lutò i giornalisti con il saluto romano dopo di che fu pronto a concedere un’intervista a Pier Paolo Pasolini; an­che a nome di Franz Pagliani, l’ex fe­derale del Pnf di Bologna, clinico di fa­ma internazionale il quale, malgrado la sua condizione di recluso, veniva ri­spettosamente convocato in una sala operatoria antifascista per dare la sua scienza di chirurgo e poi riconsegnato ai secondini. Non erano cittadini di se­rie B. Da Fiuggi furono traghettati nella democrazia. Italiani che pensavano di essere speciali si sono svegliati in que­sta dura mesata appena scorsa per sco­prirsi come gli altri. Anzi, peggiori.

“Panorama” – 20 luglio 2006

Storace: "Provocatorie dichiarazioni contro chi dissente. Fini stronchi le sciocchezze"

Leggo provocatorie dichiarazioni di esponenti neofiniani che straparlano di regie esterne dietro le critiche a viso aperto alla cosiddetta sfida culturale del presidente di Alleanza nazionale. E' bene che Fini stronchi con immediatezza queste sciocchezze perche' il dibattito interno potrebbe precipitare a livelli inimmaginabili.
Un leader ha il dovere di far rispettare anzitutto chi dissente da lui, a meno che non sia partito proprio da via della Scrofa il via libera all'aggressione per ora solo verbale verso chi non ci sta.
Noi non mettiamo in discussione il diritto-dovere di Fini di proporre tutto quello che vuole. Ma e' inaccettabile che decida da solo o con quel bravo ragazzo di Urso che, inascoltato dai media, ancora ieri se la prendeva con chi chiede democrazia interna per discutere di tesi, di politica, di cultura. Congresso, non forum, questo serve ad Alleanza nazionale ed e' l'ora che lo si decida veramente se si ambisce ad essere riconoscibilmente democratici.

Francesco Storace

lunedì 12 febbraio 2007

AN: STORACE, FINI CI STA IMMERGENDO IN RELATIVISMO CULTURALE

Roma, 12 feb. - ''Ad essere allibiti sono tutti coloro i quali assistono alla confusione che si registra ogni ora che passa in Alleanza nazionale. Altro che dibattito culturale, Fini ci sta facendo immergere nell'abisso del relativismo in cui tutto dipendedal contesto, nulla dai principi e dai valori per i quali la destra esiste. Su una sola cosa ha ragione: in An non puo' vigere l'ortodossia, peccato che prevalga l'obbedienza''. Lo afferma Francesco Storace, senatore di An

domenica 11 febbraio 2007

Essere D-DESTRA

“Essere D-DESTRA”, innanzitutto, significa tornare alle motivazioni profonde che in Alleanza Nazionale hanno portato tante persone, anche provenienti da esperienze molto diverse, a stare insieme.

Essere D-DESTRA, dunque, significa non solo “essere a destra” in una fase politica in cui spesso, francamente, non si capisce più dove siamo ma, anche e soprattutto, significa “essere la destra”, cioè la nostra identità, le nostre battaglie, la nostra storia, i nostri Valori e il nostro Partito.

Essere D-DESTRA significa opporre ad ogni localismo la Nazione, al “villaggio globale” la Patria, la nostra Tradizione, alla società multirazziale l’Identità nazionale.

Essere D-DESTRA significa opporre alla speculazione finanziaria il valore del lavoro, opporre alla contrapposizione sociale il dialogo e la partecipazione.

Essere D-DESTRA significa tolleranza zero verso il crimine, la disonestà e il malaffare.

Essere D-DESTRA significa opporre alla “cultura dell’accoglienza” la tutela prioritaria dei diritti degli italiani.

Essere D-DESTRA significa opporre al pensiero dominante del “fai solo ciò che ti conviene” il rispetto di Valori, di principi morali.

Essere D-DESTRA significa rispettare l’ambiente, la vita,vivere la natura, rispettarne l’armonia, riaffermare i limiti che nessun uomo può superare.

Essere D-DESTRA significa opporre al menefreghismo l’impegno civile, alla corruzione il senso del dovere.

Essere D-DESTRA significa opporre all’omologazione l’orgoglio, l’appartenenza, al vuoto quotidiano la costruzione del futuro.

Essere D-DESTRA significa oggi tutto questo e molto di più.

E tutto questo ci appartiene.

A tutto questo non possiamo rinunciare.

D-DESTRA VENEZIA